Riassuntivamente: cosa e perché

a) A differenza delle altre "branche" di attivita' che, incentrate sui servizi alla persona, si prestano all'offerta di servizi di "sottobosco" (ad esempio: acconciatori, idraulici, taxi, eccetera) il settore fotografico assiste ad un fenomeno di massa, dovuto alla capillare e pervasiva diffusione del mezzo.
Non abbiamo idraulici di massa, taxisti di massa... mentre il fenomeno legato alla fotografia ha generato e sta consolidando una distorsione di mercato dovuta non solo alla dinamica sleale dell'esercizio in nero, ma anche alla diffusione e numerosita' dei casi.

b) La nostra richiesta punta a poter disporre di una sorta di "informativa" che - anche grazie alla diffondibilita' "sociale" della nota, aiuterebbe a ridurre il fenomeno grazie alla comprensibilità ed al riferimento diretto ed immediato all'ambito fotografico (e non già, in generale, al concetto di occasionalità o professionalità in astratto).

c) Non è assolutamente nostra intenzione demonizzare la fisiologica, ammissibile e per molti versi desiderabile fase iniziale, nella quale la prestazione di servizi occasionali è assolutamente connaturata con la sperimentazione e la valutazione di fattibilità che qualsiasi attività attraversa, prima di consolidarsi in reale professione o impresa.
La richiesta, invece, mira a stigmatizzare l'utilizzo "sine-die", di durata indefinita, di una millantata natura occasionale di attività di fatto "minime", si, ma professionali.

d) Come riassunto nella descrizione dettagliata, a nostro avviso gli elementi ricorrenti in queste situazioni sono:

1) Ricerca attiva della clientela, nella maggior parte dei casi effettuata per tramite di presenza in Rete;

2) Invito - diretto od indiretto - alla proposizione di commissioni di lavoro;

3) Perdurare nel tempo di tale proposta;

 

Cosa è corretto

a) E' in posizione corretta il fotografo che, per esercitare in regola la sua attività, apre una posizione fiscale apposita (od aggiunge come codice di attività secondaria, ad una già esistente, il codice Ateco 74.20.19).
Se i clienti sono pochi, ed il fatturato al di sotto dei 30.000 euro all'anno, può mantenere una posizione da libero professionista contribuente minimo forfaittario: le tasse si pagano in proporzione ridotta, la contabilità è molto semplificata, si pagano imposte solo se si hanno redditi, ed in diretta proporzione con i guadagni (niente studio di settore).
Indicazioni di come iniziare correttamente l'attività si trovano all'apposito mini-sito www.iniziare.org

b) E' in posizione corretta il privato cittadino che, solitamente in tutt'altre faccende affaccendato, si trova ad effettuare una prestazione occasionale, che deriva dal fatto che - per caso - qualcuno gli chieda una prestazione, sapendolo essere un bravo autore fotografo.
A fronte di queste collaborazioni, è possibile descrivere fiscalmente il compenso - fino ad un massimo di 5.000 euro all'anno - con una ricevuta per prestazione occasionale, soggetta a ritenuta d'acconto.
Attenzione, però: "occasionale" significa "che capita per caso"
Quando ci si organizza per ricercare e generare clientela, non si è più davanti ad una situazione "occasionale", ma ad una - pur se nascente - attività professionale (vedi il punto precedente), eventualmente di contribuente minimo.

Cosa non è corretto

c) Non è corretta la posizione di chi, sostenendo di fare ciò per hobby, diletto o soddisfazione personale, di fatto cerca attivamente clientela, innescando quella intenzionalità, organizzazione ed agire abituale che rappresentano una professione, anche se nascente, e non un fatto casuale, "occasionale", appunto.
Proporsi attraverso un sito internet o un profilo social non per - semplicemente - condividere e discutere la propria creatività, ma con l'esplicita o implicita sollecitazione di lavori commissionati, non ha nulla di occasionale, e nemmeno di amatoriale.
Anche se i lavori sono pochi, la natura della promozione in Rete con ricerca di clientela implica:
1) che l'offerta sia continuativa (ed ecco l'abitudinarietà);
2) che sia organizzata e finalizzata alla ricerca di clientela e committenza ;
3) che sia offerta ad una pubblico virtualmente senza limiti.

Attenzione: non ha senso - per la fotografia - parlare di "abusivismo", perché dal 1998 l'attività fotografica non è più regolamentata da leggi, concessioni o licenze specifiche.
Si tratta, invece, dell'esercizio di attività professionale dissimulandone la natura rilevante ai fini fiscali in generale ed fini Iva in particolare: è comunque un illecito, è comunque un'azione sanzionabile, è comunque un comportamento in spregio al sociale agire in comunità professionale.

Cosa chiediamo

Semplicemente, chiediamo che l'Amministrazione Finanziaria prenda atto delle dimensioni del fenomeno, sempre crescente e causa di perdita di gettito (da una lato) e di scoraggiamento e sfiducia (dall'altro)

Cosa puoi fare, se sei fotografo professionista

Due cose molto semplici, ma efficaci:
1) Fa conoscere questa documentazione (anche semplicemente tramite il link a questo mini-sito: www.occasionali.net) a tutti i colleghi fotografi professionisti con i quali sei in contatto, e che ritieni abbiano interesse alla materia. E' di importanza determinate che fra Colleghi si abbia le idee chiare su questo tema.
Va benone la condivisione tramite Facebook e Twitter, ma ancora meglio il contatto diretto con un'email ai colleghi a cui sei piu' vicino.

2) Supporta la petizione che ha accompagnato la ripresentazione dell'istanza all'Agenzia delle Entrate, che si è dimostrata attenta e ricettiva alla richiesta.
Per farlo, bastano quaranta secondi (se digiti da una tastiera, anziche' da uno smartphone, ne bastano 30).

Cosa puoi fare, se non sei (ancora) fotografo professionista

Puoi documentarti più nel dettaglio dapprima alla pagina di approfondimento su questo tema, e poi all'apposito mini-sito www.iniziare.org ed a: www.occasionali.net